LA PRATICA

La pratica di “SAI SMARAN” (invocare la Grazia di Dio ricordandoLo)

Il sentiero della recitazione del Nome Divino

Ci sono due pratiche spirituali che permettono ai devoti di Bhagavān Śrī Sathya Sai Baba grazie alla Sua onnipresenza di ottenere la Sua grazia e la Sua divina benedizione:

1. Laksharchana (significa ‘centomila offerte’, ovvero recitare un mantra 100.000 volte mentre si offrono grani di riso) – è uno straordinario esercizio spirituale che dà beneficio a tutti coloro che vi partecipano (vedi sotto).

2. Havan è un fuoco sacrificale in cui si offre del ghi (burro chiarificato, anidro) ed altri speciali ingredienti, accompagnati dalla recitazione di un mantra al Signore.

L’amato Swami, ha dimostrato la Sua divina presenza in vari modi. Egli afferma: “I miracoli sono i miei biglietti da visita; Io do alle persone quello che vogliono in modo che esse mi diano quello che lo voglio, e cioè il loro amore per Dio.

In tutte le religioni ci sono valori umani universali che mettono in rilievo l’importanza della preghiera, la necessità dell’adorazione, il principio della fratellanza degli uomini e della paternità di Dio, nonché lo sviluppo dell’amore per tutti gli esseri. Indu, Musulmani, Cristiani, Buddisti, Ebrei – ogni gruppo ha il proprio modo di pregare, ma quello che tutti cercano è la grazia di Dio.

Lasciate che esistano e fioriscano fedi diverse, e che la gloria di Dio sia cantata in tutte le lingue ed in una varietà di melodie. Quello deve essere l’ideale. Rispettate le differenze tra le fedi riconoscetene la validità purché esse non soffochino la fiamma dell’unità.

Se tutti gli uomini vivessero gli ideali professati dai fondatori della loro religione, senza lasciarsi toccare dalla cupidigia e dall’odio, il mondo sarebbe una residenza felice e pacifica per l’umanità.”

L’amato Swami diede questa magnifica spiegazione sull’importanza della ripetizione del Nome nell’era attuale: “Questo Kali Yuga è esaltato dalle scritture perché favorisce senza pari la salvezza dell’uomo, che può ora raggiungere l’Assoluto con il solo pensiero di Dio, ricordando il Suo Nome. Perciò, di tutte le ere, l’attuale è considerata la più santa e la più benefica.

Nel Krita Yuga era prescritta la meditazione come mezzo di liberazione dell’uomo; nel Treta Yuga l’ascetismo era il metodo per la salvezza, mentre nel Dvāpara Yuga era prevista l’adorazione rituale.

Per la gente dell’attuale Kali Yuga, il semplice rimedio prescritto è unicamente il nāma-smarana, la costante consapevolezza del Nome di Dio. È davvero un peccato che gli uomini non si curino di tale pratica e riducano le loro vite come un desolato deserto.”

L’amato Swami ispirò questo servo ad iniziare la pratica del Laksharchana e Havan.

Laksharchana

Il 18 gennaio 1967, alcuni giorni dopo che Baba aveva celebrato il nostro matrimonio divino, ricevemmo la benedizione di un altro colloquio privato. Swami ci parlò dettagliatamente delle religioni e di argomenti a queste connessi. Avevo sempre avuto il desiderio di ricevere da Lui un mantra, e quando si presentò l’occasione molto umilmente glielo chiesi. Egli cercò di sviare distraendomi e parlando di altre cose, ma per Sua Volontà seppi perseverare, ed alla fine Egli mi diede il mantra Aum Sri Sathya Sai Krishnaya Namaha! Baba mi diede istruzione di usare questo mantra, che è valido per tutti, nella disciplina spirituale.

Con la Sua Grazia, la straordinaria pratica chiamata Laksharchana viene eseguita con la recita collettiva di questo mantra per 100.000 volte mentre tutti i partecipanti offrono grani di riso ai Piedi del nostro amato Signore, come sotto descritto.

Il significato del mantra è il seguente:

Aum (Om) – si riferisce al Parabrahman (l’Assoluto, Dio)

Śrī- la deità della ricchezza e della prosperità

Sathya-Verità

Sai-Madre Divina

Krishnaya – A Krishna (Avatar con tutti i poteri come Sathya Sai Baba)

Namaha – Prostrazioni, inchini, omaggi.

Si sceglie un luogo idoneo per far accomodare tutti i partecipanti. Più numerosi sono i convenuti e maggiore sarà il numero delle persone (e relative famiglie) che ne beneficerà, mentre la durata della cerimonia sarà più breve (vedi sotto).

Ogni partecipante riceve un vassoio con due scomparti, una piccola foto di Sathya Sai Baba, una bustina di vibhuti ed una manciata di riso. I vassoi e le altre cose devono essere preparati in anticipo, prima dell’arrivo dei devoti. Poi si contano i partecipanti, ed in base al numero si calcola quante volte il mantra debba essere ripetuto con l’uso di un japamāla (rosario con 108 grani). Per esempio se ci sono 100 partecipanti, un giro di japamāla (con un rosario di 108 grani se ne considerano validi solo 100, gli altri 8 sono in più) sarà di 100 x 100 = 10.000 ripetizioni del mantra. Con dieci giri di rosario si avranno 10.000 x 10 = 100.000 recitazioni. Se invece ci sono soltanto 50 partecipanti, allora ci vorranno venti giri di rosario per raggiungere 100.000; in tal caso ci vorrà il doppio del tempo che con 100 partecipantil È preferibile nominare due persone munite di rosario che contino fino alla fine della recitazione. Prima di iniziare, ogni partecipante deve mettere i grani di riso in uno scomparto del vassoio, la piccola foto dell’amato Swami e la bustina di vibhuti nell’altro. La funzione inizierà con una mezz’ora di bhajan che tocchino l’anima per innalzare la vibrazione spirituale. Il mantra ‘Aum Sri Sathya Sai Krishnaya Namaba sarà recitato all’unisono e con piena concentrazione per ricavarne il massimo beneficio.

Dapprima tutti ripeteranno il mantra lentamente, prendendo contempo- raneamente qualche grano di riso con la mano destra per farlo ricadere sulla foto del nostro amato Signore o sulla bustina di Vibhuti. Dopo aver ripetuto qualche volta questi gesti, la mano automaticamente si adatterà alla distanza tra il riso e la foto, ed il devoto potrà chiudere gli occhi e focalizzarsi sulla Divinità interiore, mentre continua a muovere la mano. La velocità della recitazione aumenterà e così anche l’offerta del riso.

Prima di iniziare l’ultimo giro di rosario (il decimo o il ventesimo nel caso degli esempi sopra citati), la recitazione verrà interrotta per impartire ulteriori istruzioni:

1. Questa pratica è un’opportunità d’oro per il devoto per fare passi concreti verso l’auto-purificazione e pregare per ricevere la be- nedizione divina di Baba.

2. I partecipanti sono invitati a rinunciare ad una cattiva abitudine (per esempio: fumare, bere alcolici, masticare tabacco) ed a chiedere l’aiuto di Baba, al fine di per esempio diventare vegetariani, o mettere in pratica i Suoi insegnamenti come “Ama tutti, servi tutti” – “Aiuta sempre, non fare mai del male” – “Sii buono, vedi il bene, fai il bene”!

3. Al termine della recitazione, dopo l’Arati, i grani di riso offerti vengono messi in una busta o in un pacchetto insieme alla foto ed alla vibhuti per essere portati a casa. I vassoi vanno restituiti agli organizzatori per essere usati per la prossima funzione. Una parte del riso santificato può essere successivamente distribuita a chi soffre ed è malato; se questo riso è mescolato con il riso normale, cucinato e mangiato può dare luogo a guarigioni miracolose (vedi sotto). Un po’ del riso consacrato può essere introdotto nel contenitore del riso di casa, in modo che si possa mangiarne sempre; ciò contribuirà alla crescita mentale e spirituale.
La divina vibhuti può essere mescolata con altra vibhuti e distribuita alle persone bisognose.

5. La foto usata nel Laksharchana è carica di potere cosmico e può essere messa nella sala delle preghiere, in automobile, ecc.

La ripetizione del mantra per 100.000 volte è una pratica unica e molto potente; il devoto deve partecipare per riuscire a sperimentare le divine vibrazioni che si percepiscono sino alla fine della recitazione. Molti devoti hanno riferito che, dopo questa pratica, i loro problemi si sono risolti. Ecco qui di seguito alcuni esempi.

Una donna, mentre partecipava a questa funzione, decise di rinunciare a qualcosa e mentalmente disse a Baba: “Swami, ti prego dimmi che cosa devo chiedere? Mio marito è malato di cancro ed io prego che possa guarire; ma devo anche pregare per il suo benessere (cioè che stia in vita e stia bene).” Il giorno successivo quando la donna andò in ospedale, il medico le disse: “Ho delle buone notizie! Gli ultimi esami hanno dimo- strato che il tumore di suo marito è benigno e non maligno. Con una terapia adeguata guarirà completamente.”

Un altro devoto pregò Baba: “Swami, io rinuncerò ad una cosa; ma ti prego aiuta mio figlio che è in ospedale, privo di conoscenza da molti giorni. I medici non sono in grado di determinare la causa.” Subito il giorno dopo, il ragazzo riacquistò conoscenza, e dopo una terapia appropriata ritornò alla normalità.

Il Dr. Upadhyay, uno dei migliori specialisti oftalmici di Londra e devoto dell’amato Swami, mi dimostrò il potere del riso santificato dopo un Laksharchana. Un giorno un devoto corse da lui e gli disse: “Dottore, sono diventato improvvisamente cieco nel giro di due giorni, riesco a malapena a vedere qualcosa!” Dopo aver visitato il paziente, il Dr. Upadhyay dovette con sorpresa constatare che gli occhi erano colpiti da tumore e che i due bulbi oculari dovevano essere rimossi al più presto prima che il cancro raggiungesse il cervello e lo facesse morire.

Il paziente, cui fu detto di ritornare all’indomani e di prepararsi per l’operazione, rimase sconvolto e, una volta arrivato a casa, andò subito a pregare nella stanza della meditazione. I suoi occhi si posarono sul pacchetto di riso che aveva portato a casa dopo il Laksharchana, e si ricordò di avere sentito che questi grani di riso erano carichi di potere cosmico. Perciò fece cuocere tutto il riso e lo mangiò. Con sua grande meraviglia, il giorno successivo riusci a vedere chiaramente, ed il Dr. Upadhyay, dopo averlo visitato, confermò che il tumore era scomparso e che gli occhi sembravano perfettamente normali!

Lo specialista mi disse di riferire a tutti i devoti questo miracolo, avvenuto grazie ai grani di riso santificati.

Una donna aveva una gran devozione per Swami, mentre suo marito non aveva fede. Egli disse: “Il nostro frigorifero è guasto. Attaccaci sopra la foto del tuo Dio, e se riprenderà a funzionare allora crederò in Baba!” Tutti si stupirono nel vedere che il frigorifero riprese a funzionare; suo marito cominciò ad avere fede ed entrambi furono contenti. Un altro episodio riguarda una lavatrice che non funzionava, ma che riprese ad andare dopo avervi attaccato la foto santificata!

Molti devoti che avevano partecipato al Laksharchana hanno avuto la conferma dei benefici di questa grande disciplina, come ad esempio la pace della mente, il miglioramento della salute fisica e la crescita spirituale. Numerosi devoti che non riuscivano a meditare a causa della loro ‘mente da scimmia’ si accorsero che la loro concentrazione era migliorata. Molti si recarono a Prashanti Nilayam per avere il darshan di Baba e lo riconobbero come Dio.

Il Laksharchana divenne molto popolare in Inghilterra e fu eseguito in tutto il paese; fino a luglio 2003 furono svolte 840 funzioni e ciò fece aumentare il numero dei devoti e dei Centri Sai. I devoti di Coventry decisero di eseguire cento Laksharchana, chiamato Shat-Laksharchana, cioè 100 x 100.000 = 10 milioni di recitazioni del mantra. Questo avvenne nel tempio di Krishna a Coventry e fu completato in tre settimane, con la grazia dell’amato Swami. Tale avvenimento fu citato in un articolo del Renatana Sarathi: ‘I devoti di Coventry hanno uscitato in record! Cosi il Regno Unito sta rapidamente diventando un Regno Sai.

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